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Brand protection: 5 motivi per affidare ad un consulente esperto la protezione del tuo marchio

apr 18, 2016


Vale la pena investire in brand protection affidandola a professionisti esterni alla propria azienda? Si potrebbe banalmente rispondere in maniera affermativa in base ad una pura misurazione dei costi: un team interno, anche ridotto ai minimi termini, dedicato alla tutela del marchio avrebbe un costo nettamente superiore ad un’esternalizzazione del servizio ad una società specializzata. E’ però necessario andare oltre e valutare l’opportunità di una consulenza esterna sulla base della qualità delle attività e del potenziale ritorno sull’investimento. Molti aspetti del lavoro di protezione del brand non sono replicabili in azienda: vediamone alcuni di fondamentale importanza.

1) Costi e tempo/risorse

Alcune figure professionali sono imprescindibili per un’efficace protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Almeno un informatico di elevata professionalità, un team rodato di analisti coordinati da un manager di alto profilo, una figura che si possa occupare di fornire ausilio a forze dell’ordine e magistratura, almeno un manager di collaudata esperienza nel settore: questa è la squadra minima per gestire un valido programma di tutela per un brand di piccole/medie dimensioni. Se aggiungiamo investimenti di decine di migliaia di euro all’anno per l’infrastruttura software e hardware, i conti sono presto fatti: l’investimento in una struttura interna è fortemente anti-economico.

2) Tecnologia

Le fondamenta sulle quali si regge una società che opera nel settore della brand protection sono rappresentate da solidi asset tecnologici. Spesso considerata il “fine ultimo”, la “soluzione finale” al problema della contraffazione nella sua accezione più ampia, in realtà la tecnologia è la base su cui costruire un approccio ben più ampio. Soluzioni software dedicate, scalabili e altamente personalizzabili, costruite principalmente intorno a piattaforme proprietarie che eventualmente integrano soluzioni verticali, consentono di raggiungere risultati ottimali in termini di potenza di calcolo ed elaborazione, flessibilità e possibilità di estrema personalizzazione per le esigenze del cliente.

3) Metrics – Intelligence

Bastano asset tecnologici potenti per gestire monitoraggi massivi? La risposta è no. I software dedicati alla protezione del brand devono necessariamente garantire un’ottimale “lavorazione” dei dati per consentire un follow up strategico sulle attività di monitoraggio e rimozione. Le peculiarità del fenomeno della contraffazione e della violazione del copyright riducono enormemente l’efficacia delle rimozioni dei contenuti dal web, anche in caso di volumi particolarmente significativi. Una protezione esclusivamente basata e misurata sui numeri di rimozioni prodotte non è una protezione efficace; una protezione che genera intelligence massimizza i risultati , consente un ottimo ritorno  sull’investimento  e crea strategie di enforcement innovative .

4) Esperienza

Come sfruttare l’ intelligence prodotta dai sistemi informatici? Nulla vale quanto l’esperienza maturata nel settore. Non esiste un piano di tutela efficace che non sia personalizzato sulle esigenze e le caratteristiche del cliente. A tale personalizzazione si giunge solo grazie all’esperienza maturata in anni di lavoro nella tutela dei diritti, possibilmente su più settori industriali e abbracciando ambiti diversi come la tutela del copyright, dei marchi, dei diritti della persona. Oltre alla conoscenza del cliente, risultano fondamentali la conoscenza degli attori e dei luoghi della contraffazione e la capacità di reazione ai loro cambiamenti.

5) Network

L’esperienza genera network. La brand protection non può essere un’attività isolata e auto-referenziale che vive di automazioni e produzione di report. Costante presenza e solida reputazione presso tutti gli attori del panorama della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, sono chiavi indispensabili per gestire efficaci attività di tutela. L’esperienza maturata lavorando con istituzioni pubbliche e private, con law enforcement agencies sia a livello locale che internazionale, con associazioni di categoria, con diversi studi legali sono il presupposto indispensabile per l’adozione dell’unica strategia vincente: quella dell’approccio integrato e multi-livello al fenomeno .

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Autore: DcP 05 feb, 2024
DcP - Digital Content Protection raccoglie la sfida e si prepara a offrire ai propri clienti un servizio di gestione delle segnalazioni sulla base della nuova legge antipirateria (legge 93/2023). A partire dal mese di febbraio, grazie ai nuovi sistemi e ai nuovi tool sviluppati in-house, DcP sarà in grado di offrire un processo pienamente integrato che copre tutte le esigenze tecniche soddisfacendo tutti i requisiti di legge. La nuova suite dedicata di soluzioni tecniche, integrandosi con tutti i sistemi già utilizzati da DcP, è in grado di gestire in maniera altamente automatizzata tutte le fasi del processo di segnalazione , prevedendo ulteriori attività a valore aggiunto che massimizzano sforzi e risultati. I nuovi sistemi saranno in grado di: · Monitorare il fenomeno · Analizzare le infrastrutture server su cui poggiano i servizi pirata · Gestire in maniera altamente automatizzata il riconoscimento dei contenuti illeciti e le acquisizioni forensi delle evidenze informatiche secondo i più alti standard internazionali · Dialogare con la piattaforma Piracy Shield, gestendo tutte le fasi della segnalazione · Verificare la compliance a valle delle segnalazioni · Fornire accurati KPI Tutti i sistemi integrano soluzioni per l’analisi predittiva e processano le fasi con l’ aiuto dell’intelligenza artificiale multimodale in grado di classificare i dati presentati in modalità audiovisiva. Background legislativo Nel luglio 2023 il Governo ha approvato in via definitiva la Legge 93/2023 che si propone di intervenire sul fenomeno della messa a disposizione abusiva di eventi live tutelati da diritto d’autore . La nuova legge ha assegnato ad AGCOM il compito di mettere a punto un sistema che, sulla scorta di quanto già previsto dal Regolamento sul Diritto d’Autore in vigore dal 2014, consenta di intervenire tramite blocco IP e DNS sulle risorse pirata . Nate dall’esigenza di avere uno strumento efficace per la tutela di eventi live e di durata limitata, tali nuove previsioni di legge introducono una novità rispetto al passato riguardante le tempistiche di attuazione dei blocchi: con la nuova legge vige l’obbligo per i provider internet di bloccare i siti entro mezz’ora dalla segnalazione degli aventi diritto . Nella cornice di queste nuove disposizioni, un recente ricorso presentato presso il TAR da Assoprovider è stato rigettato riconoscendo corrette le misure predisposte dall’Autorità garante delle comunicazioni. Successivamente all’approvazione della legge, AGCOM ha istituito tre tavoli tecnici (due per i provider e uno per i titolari dei diritti) con l’obiettivo di mettere a punto i nuovi regolamenti e le procedure tecnico-operative di attuazione della legge. DcP e FPM partecipano a tutti i tavoli e i lavori vengono portati a compimento alla fine del 2023. Il nuovo regolamento prevede l’attivazione di una piattaforma - Piracy Shield - che servirà da punto di raccolta per le segnalazioni dei titolari dei diritti ; i provider internet saranno tenuti ad elaborare i dati presenti su Piracy Shield e predisporre i blocchi dei siti segnalati in un tempo massimo di 30 minuti. Ad oggi AGCOM ha concluso l’iter burocratico e tecnico per consentire la segnalazione di eventi sportivi; nelle prossime settimane è atteso un nuovo regolamento che consentirà la segnalazione di eventi live di diversa natura .
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