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Piattaforme digitali: come essere più responsabili dei contenuti diffusi

nov 11, 2016

Recenti vicende hanno portato alla ribalta la questione del ruolo e delle responsabilità degli intermediari della rete. Con un provvedimento che molto fa discutere, il Tribunale di Napoli ha rigettato parzialmente il ricorso presentato da Facebook per il caso di Tiziana Cantone con il quale, il gigante dei social network si opponeva all’ordine di rimuovere i video che hanno spinto al suicidio la protagonista della vicenda.

Facebook sosteneva che un eventuale obbligo di rimozione dei contenuti sarebbe scattato solo in presenza di un ordine proveniente dall’autorità giudiziaria e che, in forza del regime di esenzioni previsto dal Decreto 70/2003, le responsabilità in nessun modo potrebbero ricadere sulla piattaforma stessa.

A prescindere dalla vicenda e dalla piattaforma coinvolta, si tratta della solita storia per cui i giganti della rete in quanto hosting provider, si dichiarano esenti da qualsiasi obbligo di sorveglianza e intervento .

Per avere una visione completa, però, risulta utile ricordare che un puro hosting provider dovrebbe svolgere un ruolo totalmente passivo e non indicizzare, profilare, suggerire contenuti, preparare dettagliati piani pubblicitari come accade nel caso di tutte le maggiori piattaforme esistenti: “Non siamo una media company perché non produciamo contenuti”, appare quindi una posizione ormai sempre più debole che non tiene conto dei profondi cambiamenti verificatisi nei modelli di distribuzione dei contenuti e delle news.

La possibilità di adattarsi reciprocamente ad una visione che sia vantaggiosa per tutti gli intermediari coinvolti , pare sempre lontano dall’idea di innovazione delle grandi piattaforme.

La decisione del tribunale di Napoli, invece, apre scenari inediti per coloro che si aspettano maggiore tutela in rete. Di particolare rilievo risulta essere la posizione assunta dal Tribunale sull’eventuale obbligo di controllo preventivo in capo alle piattaforme. Se è vero, come sostenuto da Facebook e da quanto si legge nei resoconti apparsi sui quotidiani e in rete, che il Giudice ha ribadito la non sussistenza di un obbligo generalizzato di verifica a priori, è altrettanto vero che lo stesso Giudice ha imposto al portale di prevenire l’ulteriore caricamento degli stessi contenuti. Decisione che appare in linea con quanto sostenuto dal Tribunale di Torino nel contenzioso DeltaTV- Youtube , quando ha imposto a Google di non consentire il caricamento da parte di terzi di un’opera (a prescindere dal link) già segnalata in precedenza.

Stanno forse maturando i tempi per una riconsiderazione del ruolo di un hosting provider e per la sperimentazione di efficaci  sistemi di notice & stay down ?

Attualmente la maggior parte delle richieste di rimozione che vengono segnalate, riguardano sempre gli stessi contenuti: il regime di notice & take down infatti, richiede un continuo intervento su contenuti identici che appaiono sulle stesse piattaforme di caricamento richiedendo quindi un effort molto importante a fronte di risultati soddisfacenti, ma non certo ottimali.

Con un regime di n otice & stay down , invece, sarebbe possibile evitare l’invio di alti volumi di diffide e migliorare i risultati.

Si stima che se questo regime fosse sempre stato adottato si sarebbero potute evitare 2.5 milioni di richieste . Ad oggi, invece il 90% delle richieste di rimozione vengono spedite per contenuti già segnalati sul medesimo sito*.

*Compatibile con la norma (Direttiva Europea E-Commerce e Dlgs. 70/2003)

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Autore: DcP 05 feb, 2024
DcP - Digital Content Protection raccoglie la sfida e si prepara a offrire ai propri clienti un servizio di gestione delle segnalazioni sulla base della nuova legge antipirateria (legge 93/2023). A partire dal mese di febbraio, grazie ai nuovi sistemi e ai nuovi tool sviluppati in-house, DcP sarà in grado di offrire un processo pienamente integrato che copre tutte le esigenze tecniche soddisfacendo tutti i requisiti di legge. La nuova suite dedicata di soluzioni tecniche, integrandosi con tutti i sistemi già utilizzati da DcP, è in grado di gestire in maniera altamente automatizzata tutte le fasi del processo di segnalazione , prevedendo ulteriori attività a valore aggiunto che massimizzano sforzi e risultati. I nuovi sistemi saranno in grado di: · Monitorare il fenomeno · Analizzare le infrastrutture server su cui poggiano i servizi pirata · Gestire in maniera altamente automatizzata il riconoscimento dei contenuti illeciti e le acquisizioni forensi delle evidenze informatiche secondo i più alti standard internazionali · Dialogare con la piattaforma Piracy Shield, gestendo tutte le fasi della segnalazione · Verificare la compliance a valle delle segnalazioni · Fornire accurati KPI Tutti i sistemi integrano soluzioni per l’analisi predittiva e processano le fasi con l’ aiuto dell’intelligenza artificiale multimodale in grado di classificare i dati presentati in modalità audiovisiva. Background legislativo Nel luglio 2023 il Governo ha approvato in via definitiva la Legge 93/2023 che si propone di intervenire sul fenomeno della messa a disposizione abusiva di eventi live tutelati da diritto d’autore . La nuova legge ha assegnato ad AGCOM il compito di mettere a punto un sistema che, sulla scorta di quanto già previsto dal Regolamento sul Diritto d’Autore in vigore dal 2014, consenta di intervenire tramite blocco IP e DNS sulle risorse pirata . Nate dall’esigenza di avere uno strumento efficace per la tutela di eventi live e di durata limitata, tali nuove previsioni di legge introducono una novità rispetto al passato riguardante le tempistiche di attuazione dei blocchi: con la nuova legge vige l’obbligo per i provider internet di bloccare i siti entro mezz’ora dalla segnalazione degli aventi diritto . Nella cornice di queste nuove disposizioni, un recente ricorso presentato presso il TAR da Assoprovider è stato rigettato riconoscendo corrette le misure predisposte dall’Autorità garante delle comunicazioni. Successivamente all’approvazione della legge, AGCOM ha istituito tre tavoli tecnici (due per i provider e uno per i titolari dei diritti) con l’obiettivo di mettere a punto i nuovi regolamenti e le procedure tecnico-operative di attuazione della legge. DcP e FPM partecipano a tutti i tavoli e i lavori vengono portati a compimento alla fine del 2023. Il nuovo regolamento prevede l’attivazione di una piattaforma - Piracy Shield - che servirà da punto di raccolta per le segnalazioni dei titolari dei diritti ; i provider internet saranno tenuti ad elaborare i dati presenti su Piracy Shield e predisporre i blocchi dei siti segnalati in un tempo massimo di 30 minuti. Ad oggi AGCOM ha concluso l’iter burocratico e tecnico per consentire la segnalazione di eventi sportivi; nelle prossime settimane è atteso un nuovo regolamento che consentirà la segnalazione di eventi live di diversa natura .
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