Pirateria e retrogaming: StreaBit

La pirateria è un fenomeno illegale di proporzioni rilevanti e con ripercussioni mondiali, anche nel mondo videoludico: si stimano almeno 120 milioni di dollari annui di ricavi sottratti alle software house a causa della pirateria, dati che sottostimano il fenomeno data la diffusione non essendo tratti da fonti ufficiali.
A voler fare i pirati c’è l’imbarazzo della scelta, nonostante ciò emulare illegalmente videogiochi resta un’attività poco semplice che cela insidie dietro ogni angolo (virus, malware e chi ne ha più ne metta).
E inoltre, va ribadito, è illegale.

Ecco perché dall’esigenza di poter rigiocare i titoli del passato in semplicità e la scoperta di un fenomeno che non permette a case videoludiche e sviluppatori indipendenti di veder ripagati i propri sforzi nasce StreaBit.

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StreaBit è una start up italiana che ha la missione di rendere accessibile ad ogni videogiocatore, nostalgico e non, il retrogaming.
In poche parole, è una piattaforma tramite la quale fruire un’ampia libreria di grandi videogiochi del passato semplicemente con un click. Nessun emulatore da scaricare, nessun videogioco illegale: un click e sei pronto per giocare.
L’amministratore Stefano Marco Moroni spiega:

“Il modello che ispira è Spotify che, in un settore diverso dal nostro, ha combattuto e ridotto drasticamente il fenomeno della pirateria musicale offrendo un servizio comodo, economico, semplice e sicuro. La musica, cosi come i telefilm per Netflix, è ancora accessibile in maniera illegale. La comodità di trovare tutto in maniera semplice e sicura in un unica piattaforma, con piccole cifre per abbonamenti sta vincendo la battaglia contro la pirateria.
Così come il nuovo paradigma dell’accesso a favore del possesso ha portato I-Tunes stessa, e quindi Apple, a cambiare la propria value proposition a favore di abbonamenti per fruire contenuti, e non più singoli download con prezzi puntuali”.

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La caratteristica più interessante del retrogaming è il suo ricrearsi continuamente: più il tempo scorre, più retrogaming si crea. Ad oggi si considera il retrogaming l’era dei grandi computer delle decadi ‘80 e ‘90, ma ci stiamo sempre più avvicinando ai giorni nostri, abbracciando sempre più generazioni.

StreaBit dà la possibilità a piccoli sviluppatori indipendenti (e non) di generare ricavi su beni in balia della pirateria. Spiegano infatti Gabriele Arena, Chief Marketing Officer, e Laura Volontieri, Chief of Business Development:

“No, non parliamo di case dimenticate: il nostro primo partner ufficiale Dardari Multimedia, società dei mitici Dardari Bros, riceve ancora oggi decine di mail da parte di fan appassionati che richiedono loro materiale ufficiale e non riescono a giocare ai loro titoli leggendari come vorrebbero”.

Un post sui giochi di Dardari Multimedia: oltre 100 like in poche ore su Facebook, circa 40 interazioni tra condivisioni e commenti.
La pagina in pochi giorni è salita a quasi 1000 like, come la mailing list.

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Riccardo Ghio, Chief Legal Officer e vero Retrogamer del team, racconta:

“Quando ho visto il commento dell’Amiga usurata dall’utilizzo mi sono ritrovato. È stata una soddisfazione vedere che dopo tanti sforzi i risultati e l’interesse sono reali e concreti. Stiamo facendo giurisprudenza in un “far west” del diritto, non togliendo niente a nessuno ma tentando di regolamentare, creando una situazione vincente per possessori di diritti e utenti”.

Conclude l’amministratore:

“Ecco perché siamo fieri di portare avanti questa battaglia insieme a FPM, perché combattere la pirateria aiuta tutti: utenti e case videoludiche”.

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